La zampogna del Capricorno | l’associazione “la zampogna del capricorno: i suoni della daunia” Ogni primo Sabato di Agosto

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La zampogna del Capricorno | l’associazione “la zampogna del capricorno: i suoni della daunia” Ogni primo Sabato di Agosto.

Si parla sempre di Panni e di tutte le sue iniziative sempre in prima fila si parla del Sindaco ma non degli altri componenti della Giunta che sono le figure portanti dell’amministrazione Comunale.
Oggi parliamo di Antonio Mauriello, una delle tante eccellenze Pannesi, che con tutte le sue iniziative non viene mai citato e fotografato eppure, con il suo silenzio rumoroso, riesce a fare tantissime cose, vedi per esempio i bagni pubblici al Castello essenziali per lo sviluppo del turismo, per il suo paese Panni, uno dei borghi più belli dei Monti Dauni Meridionali.
Partecipa attivamente alla buona riuscita di tutte le iniziative e progetti che man mano vengono proposti e realizzati nelle sezioni e dipartimenti della Cultura e Turismo, dei Lavori pubblici ed altri assessorati della Regione Puglia.
Accoglie con spirito di servizio tutte le autorità pubbliche della Puglia mettendo a disposizione anche la sua tavernetta privata “il gatto delle nevi”
Oggi parliamo della sua passione per la musica e di tutti le sue iniziative per la valorizzazione della cultura Pannese con tutti i suoi usi e costumi.
Parliamo della Zampogna di Panni:
Antonio Mauriello, il musicista che ha salvato dall’oblio la Zampogna di Panni e l’ha riproposta con forza all’attenzione di studiosi e musicisti di tutto il mondo, ha organizzato una presentazione della stessa al xvi festival della Zampogna a Maranola (Formia – Latina), organizzato dallo studioso, musicista, operatore culturale e animatore Ambrogio Sparagna.
C’è stata l’esecuzione di “Tu scendi dalle stelle” suonata da Francesco Capobianco, alla zampogna arcaica di Panni e quella di Antonio Mauriello, alla zampogna moderna Che ricalca quella arcaica, ma ha maggiori potenzialità musicali di Panni, il quale ha presentato alcuni brani da lui arrangiati. La micro-conferenza ha suscitato un interesse incredibile, soprattutto da parte degli studiosi. Sparagna ha chiuso il dibattito, attorno a questa particolare strumento, sostenendo che la zampogna di Panni ha un’importanza storico-musicale enorme, perché l’uso della scala con i quattro suoni precede il sistema tonale e quindi rappresenta una fase antichissima dell’espressione musicale italiana, una fase originaria. Alla fine ha affermato con forza, ripromettendosi di venire a Panni personalmente, che la zampogna di cui trattiamo, come strumento etnico, ha un VALORE ASSOLUTO.
Clicca sulle scritte blu qui sotto per il completamento di tutte le notizie su Antonio Mauriello
Antonio Mauriello e la Zampogna di Panni
Blog Rete Comuni Italiani che parla della Zampogna di Panni
WIKI Panni – tutte le notizie
youtube: Antonio Mauriello e la Zampogna di Panni
youtube: Antonio Mauriello

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Google ci ha ricordato mesi fà del 155° anniversario della nascita di Pirandello; le “sue maschere” mi ricordano i nickname attuali usati da quasi tutti quelli che frequentano i vari blog, siti e/o forum, chat oppure facebook nascondendo la loro vera identità spesso molto famosa, ce ne sono tanti ed in particolar modo Pannesi ed allora perchè nascondersi e non farsi riconoscere dai propri compaesani inserendo il proprio vero nome e cognome e/o una vera propria foto?
Di Pannesi famosi come aiuti registi, aiuti coreografi, speaker radiofonici di radio locali e nazionali, cantanti, ballerini, giornalisti, autori ce ne sono tanti , tutti protetti e nascosti dentro nick che molti hanno bisogno di inventare, una maschera scelta con cura, magari il riflesso di un’altra, preferibile identità, filtrati da miglia e miglia di astrusi circuiti, si rivelamo digitando sulle tastiere dei loro computer disseminati in ogni dove, chissà dove.
Non c’è una regola, sono tutti diversi e questo si sa, ma la situazione, il setting per dirla con un termine un po’ tecnico, ha un potere grande e, per lo più inconsapevoli, vanno tutti appresso alla sua strisciante suggestione.
Così, a poco a poco, diventano intimi fra sconosciuti, maschere fra maschere.
L’assunto autorappresentativo, autobiografico, comunque scontato e inevitabilmente insito nello scrivere, diviene così spesso, sul sito, un dato di realtà: qui i fantasmi prendono consistenza di carne, di lacrime e sangue; inutile protestarsi estranei, innocenti inventori armati solo d’innocua immaginazione: gli “altri”, almeno alcuni di questa massa informe fatta dagli “altri”, si prenderanno sul serio… insiste anche su di loro la forza occulta e irrazionale del setting, il trucco, l’illusione.
E già, perché a giocare, infilati dentro questa scatola, un po’ indossano l’abito del protagonista, un po’ quello dei suoi interlocutori, molto quello delle mute, ma non meno determinanti, comparse.

Anche leggendo, dunque, e commentando, diventano intimi… altri fantasmi che si concretizzano in un gioco di continui, forse rassicuranti, reciproci rimandi. si creano una Intimità Virtuale, una sorta di Alter Ego capace di proteggersi e al tempo stesso di rendersi attaccabili…invano. La scelta del nick rispecchia aspetti della personalità, strane parole, giochi e concatenazioni di lettere che solo l’Io dietro ad esso sa decifrare. Chi li legge in chat, o nei forum, tenta di immaginare una figura umana, e, col passare del tempo, delle parole, sembra “quasi” di conoscersi, a tal punto che il vedersi quasi non conta…e, talvolta, si ama…! Si ama un’identità Virtuale fatta di parole, frasi, concetti che non hanno un volto, sono senza condizione di bellezza, legate ad un immagine di perfezione della loro mente…perfezione irreale. Ma un’Identità Virtuale può mentire, prendendosi gioco dei sentimenti umani e tenere in scacco un altro “nick” per lungo tempo, senza che questi possa accorgersene, tanta è la gioia di credere in ciò che non è e non sarà mai l’Ideale di loro stessi! Che Internet ci permetta di realizzare dei sogni, ci consenta di volare con la fantasia, di incontrare nuove identità…che forse non tutta la tecnologia è maligna… forse… ce ne siamo accorti un po’ tutti, ma, come diceva Pirandello, “l’uomo è una maschera”, e come tale – aggiungo io – ha bisogno di nascondersi, nascondersi, nascondersi…nascondersi anche da se stesso perchè alla fine di tutto questo percorso non saprà più riconoscersi e si domanderà: ma chi sono io…
ed ecco le conclusioni: riflettiamo…traendo insegnamento da questo breve racconto:
Abbandonato in un campo giaceva da qualche tempo un Flauto che ormai nessuno più suonava, finché un giorno un Asino che passava di là vi soffiò forte dentro facendogli produrre il suono più dolce della sua vita, della vita dell’Asino e del Flauto.
Incapaci di capire quel che era accaduto, dato che la razionalità non era il loro forte e ambedue credevano nella razionalità, si separarono in fretta, vergognandosi della cosa migliore che l’uno e l’altro avessero fatto durante la loro triste esistenza.
Quanti flauti abbandonati e quanti asini, in questa vita. Molti fra noi rimangono ignoti a se stessi nascondendo chi sono, e chiedono amore ad altri sconosciuti che parimenti si nascondono. Ma ecco, qualche volta, uno squarcio, una rivelazione, una scintilla… Poi tutto finisce lì. Perché manca il coraggio. Ci vuole tanto coraggio per amare e farsi riconoscere, ma ce ne vuole altrettanto per lasciarsi amare e farsi riconoscere riconoscendo nel contempo i propri errori per ritornare nella vera identità con il proprio nome e cognome.

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