Nickname

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Google ci ha ricordato mesi fà del 155° anniversario della nascita di Pirandello; le “sue maschere” mi ricordano i nickname attuali usati da quasi tutti quelli che frequentano i vari blog, siti e/o forum, chat oppure facebook nascondendo la loro vera identità spesso molto famosa, ce ne sono tanti ed in particolar modo Pannesi ed allora perchè nascondersi e non farsi riconoscere dai propri compaesani inserendo il proprio vero nome e cognome e/o una vera propria foto?
Di Pannesi famosi come aiuti registi, aiuti coreografi, speaker radiofonici di radio locali e nazionali, cantanti, ballerini, giornalisti, autori ce ne sono tanti , tutti protetti e nascosti dentro nick che molti hanno bisogno di inventare, una maschera scelta con cura, magari il riflesso di un’altra, preferibile identità, filtrati da miglia e miglia di astrusi circuiti, si rivelamo digitando sulle tastiere dei loro computer disseminati in ogni dove, chissà dove.
Non c’è una regola, sono tutti diversi e questo si sa, ma la situazione, il setting per dirla con un termine un po’ tecnico, ha un potere grande e, per lo più inconsapevoli, vanno tutti appresso alla sua strisciante suggestione.
Così, a poco a poco, diventano intimi fra sconosciuti, maschere fra maschere.
L’assunto autorappresentativo, autobiografico, comunque scontato e inevitabilmente insito nello scrivere, diviene così spesso, sul sito, un dato di realtà: qui i fantasmi prendono consistenza di carne, di lacrime e sangue; inutile protestarsi estranei, innocenti inventori armati solo d’innocua immaginazione: gli “altri”, almeno alcuni di questa massa informe fatta dagli “altri”, si prenderanno sul serio… insiste anche su di loro la forza occulta e irrazionale del setting, il trucco, l’illusione.
E già, perché a giocare, infilati dentro questa scatola, un po’ indossano l’abito del protagonista, un po’ quello dei suoi interlocutori, molto quello delle mute, ma non meno determinanti, comparse.

Anche leggendo, dunque, e commentando, diventano intimi… altri fantasmi che si concretizzano in un gioco di continui, forse rassicuranti, reciproci rimandi. si creano una Intimità Virtuale, una sorta di Alter Ego capace di proteggersi e al tempo stesso di rendersi attaccabili…invano. La scelta del nick rispecchia aspetti della personalità, strane parole, giochi e concatenazioni di lettere che solo l’Io dietro ad esso sa decifrare. Chi li legge in chat, o nei forum, tenta di immaginare una figura umana, e, col passare del tempo, delle parole, sembra “quasi” di conoscersi, a tal punto che il vedersi quasi non conta…e, talvolta, si ama…! Si ama un’identità Virtuale fatta di parole, frasi, concetti che non hanno un volto, sono senza condizione di bellezza, legate ad un immagine di perfezione della loro mente…perfezione irreale. Ma un’Identità Virtuale può mentire, prendendosi gioco dei sentimenti umani e tenere in scacco un altro “nick” per lungo tempo, senza che questi possa accorgersene, tanta è la gioia di credere in ciò che non è e non sarà mai l’Ideale di loro stessi! Che Internet ci permetta di realizzare dei sogni, ci consenta di volare con la fantasia, di incontrare nuove identità…che forse non tutta la tecnologia è maligna… forse… ce ne siamo accorti un po’ tutti, ma, come diceva Pirandello, “l’uomo è una maschera”, e come tale – aggiungo io – ha bisogno di nascondersi, nascondersi, nascondersi…nascondersi anche da se stesso perchè alla fine di tutto questo percorso non saprà più riconoscersi e si domanderà: ma chi sono io…
ed ecco le conclusioni: riflettiamo…traendo insegnamento da questo breve racconto:
Abbandonato in un campo giaceva da qualche tempo un Flauto che ormai nessuno più suonava, finché un giorno un Asino che passava di là vi soffiò forte dentro facendogli produrre il suono più dolce della sua vita, della vita dell’Asino e del Flauto.
Incapaci di capire quel che era accaduto, dato che la razionalità non era il loro forte e ambedue credevano nella razionalità, si separarono in fretta, vergognandosi della cosa migliore che l’uno e l’altro avessero fatto durante la loro triste esistenza.
Quanti flauti abbandonati e quanti asini, in questa vita. Molti fra noi rimangono ignoti a se stessi nascondendo chi sono, e chiedono amore ad altri sconosciuti che parimenti si nascondono. Ma ecco, qualche volta, uno squarcio, una rivelazione, una scintilla… Poi tutto finisce lì. Perché manca il coraggio. Ci vuole tanto coraggio per amare e farsi riconoscere, ma ce ne vuole altrettanto per lasciarsi amare e farsi riconoscere riconoscendo nel contempo i propri errori per ritornare nella vera identità con il proprio nome e cognome.

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