Storie….Sogni……Pannesi del Dottor Alfonso Lapolla ‘r Furlian

image_pdfPDF scaricaimage_printstampa

Quando sono arrivato su queste eteree nuvole era già sera inoltrata perchè ho voluto gustarmi fino in fondo la meravigliosa musica che sprigionava dall’arpa di Roberta (Procaccini ndr), le note melodiose della zampogna di Piero (Ricci ndr) e quelle allegre armonie delle mie amate bande di Panni ed Accadia che mi accompagnavano oltre la taverna a Panni e, una volta arrivato quassù ho visto la porta aperta e senza pensarci sono entrato.
Appena messo il piede oltre la porta e si è scatenato il finimondo: mille e mille luci variopinte improvvisamente si sono accese illuminando uno scenario a dir poco “paradisiaco” e una musica a mò di tarantella faceva ballare tutti gli Angeli ed i Santi ed io ancora incredulo ho cominciato a salutare tutti ed a dar la mano a tanta gente e la mia meravigli aumentava man mano che avanzavo per occupare il posto che mi era stato assegnato. Quante persone mi abbracciavano e mi salutavano e tutte sembravano conoscermi da sempre e mi ringraziavano per tutte le volte che avevo suonato per loro.

Non dico quanto è durato perchè qui il tempo non esiste, ma, quando i saluti son finiti e la musica è cessata mi son venuti incontro due signori ben vestiti con un grosso papillon al collo. Il più vecchio dei due si è presentato come Emanuele Senerchia (classe 1851), autore della musica della tarantella e, intanto, mi porgeva la mano il Direttore Michele Rainone che aveva diretto gli oltre diecimila componenti della Bandpanparadis. Un abbraccio ed una lacrima hanno siglato il nostro incontro.
Ma non era di me che volevo dirvi. Volevo raccontarvi di quando è venuto Pietro a trovarci. Per noi è stato un fulmine a ciel sereno perchè sul Castello non era stata data nessuna notizia e meno male che all’ultimo minuto un nostro compaesano è venuto di corsa a dirci che Pietro stava per arrivare. Non vi dico il trambusto che si è venuto a creare in un solo attimo: e mò che si fa? Quello se arriva e non trova l’accoglienza giusta ci mette sul giornale. Immediatamente con Michele e Giggino e altri volontari abbiamo in un attimo organizzato una accoglienza coi fiocchi. Michele ha lasciato la direzione della Bandpanparadis al grande Mascagni che, in un batter d’occhio ha scritto le variazioni sulla Cavalleria Rusticana e, intanto, aveva chiamato Montanelli e Biagi per un incontro giornalistico.
Tutto era pronto per ricevere il vanto del giornalismo pannese. Aspetta, aspetta ma, non si vede arrivare nessuno. Cominciava a sorgere un dubbio: vuoi vedere che la notizia era falsa? O Padre Antonio aveva tirato un po’ troppo per le lunghe l’omelia? Il tempo passava e di Pietro nemmeno l’ombra. A costo di perdere l’effetto sorpresa decidiamo di mandare Emanuele Senerchia, classe 1851, a vedere fuori l’uscio se c’era qualcuno. La verità era che Pietro si era attardato perchè si era messo a questionare con San Pietro: non voleva lasciare fuori dalla nuvola la macchina fotografica, il computer e tanto meno il Castello che si era portato dietro con sé. Dopo ben tre ore abbondanti di discussioni eccolo che arriva. Appena messo piede oltre la porta un grande applauso lo stordì e quello che seguì fece il resto. Ora lui e Michele stanno tutto il santo giorno a parlare della prossima edizione del Castello.
L’arrivo di Leonardo è stato molto più disteso. Il vecchio Emanuele aveva tirato fuori dall’archivio la sua composizione “Grand Pout-pourri – marciabile – sull’opera La campana dell’Eremitaggio del M° Larria” del settembre 1883 e lui stesso dirigeva gli oltre quindicimila componenti della Bandpanparadis.
Una commozione piena e matura alla fine ha riempito le nostre anime.
Ora, il maestro ed io ci facciamo delle lunghissime passeggiate e parliamo delle nostre amate bande; a Leonardo è stato affidato il compito di verificare la leggerezza delle nostre nuvole e di fare dei grattacieli sempre più trasparenti e di un unico piano mentre, Pietro e Michele sono sempre al bar a cercar notizie fresche da far gustare come primizie a tutti i pannesi sparsi nel mondo.
Loro che hanno inventato “Il Castello”
Mi raccomando non dite niente a Pietro di questa cronaca altrimenti mi rimprovererà di aver raccontato delle storie inventate e lui le storie le vuole di quelle vere.

APPENDICE
Tutto questo è stato scritto nel cuore della notte, in un leggero dormiveglia. Quello che ho scritto l’ho letto solo stamani (ore 11.30) e mi sono meravigliato io stesso di quello che leggevo. Alla fine ho ricostruito il tutto ed ho riconosciuto la voce ed il volto del grande maestro della nostra banda pannese, Alfonso. E’ stato proprio lui che, non avendo la possibilità fisica di intervenire sul giornale “Il Castello” mi aveva fatto scendere dal letto invitandomi a scrivere sotto dettatura “Notizie Celesti”.
Alfonso mi ha anche detto che anche Panni avrà un’ Opera Lirica grandiosa e mi ha pregato di tenere la notizia riservata. Ricordo, in questo preciso momento, che non ho giurato di tenermi l’informazione in esclusiva per me e quindi vi annuncio in anteprima che i tre maestri Alfonso, Michele ed Emanuele, stanno preparando un’ opera in due atti su libretto scritto da Pietro ed il grande scoop è che l’orchestra sarà composta da 3000 flauti e 1000 ottavini, 2000 oboi, un solo corno inglese, 2000 clarinetti e un solo clarinetto basso, 2000 fagotti ed un solo controfagotto e giù corni, trombe, tromboni e un solo trombone basso, timpani, tamburi, triangoli, piatti, grancassa, carillon, campanelli, arpa, 10000 archi ed infine non poteva mancare anche una celesta (altro che l’Aida di Verdi).
Il libretto scritto da Pietro conterrà non meno di diecimila scene.
Non ricordo altro. Che nottata!

This entry was posted in 12 - PANNI, Pietro de Michele. Bookmark the permalink.

Comments are closed.